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~~ Allora io, avvicinatomi, parlai al ciclope, tenendo una coppa
di vino nero: "Tieni, Ciclope, bevi del vino, dopo aver mangiato carne umana,
affinchè tu sappia quale bevanda portava questa mia nave...". Così dicevo e quello
prese la coppa e bevve. Molto gli piacque bere la dolce bevanda e ancora ne
chiedeva".~~
(dall'Odissea di Omero) IL VINO NOVELLO
Il 6 Novembre ha inizio la stagione del Novello, un vino unico con
caratteristiche singolari, dal colore rosso, rosso rubino, dal profumo molto intenso e
abbastanza persistente che ricorda luva e la frutta matura, si riscontrano i profumi
di mela, susina rossa, ananas, banana frutti di bosco a bacca nera). Dal Sapore fruttato e
abbastanza persistente. È un vino che scandisce la stagione autunnale, che, per le sue
caratteristiche di fragranza e freschezza ben si abbina a piatti di salumi, carni bianche,
al pesce preparato con cotture leggere, ai formaggi freschi, alle noci, nocciole e
castagne.
Il Vino Novello si Produce
secondo una particolare tecnica detta macerazione carbonica. Questa tecnica di
vinificazione sta nel fatto che i grappoli non vengono pigiati ma messi tutti interi in
recipienti ermetici in cui lo spazio libero è riempito con anidride carbonica. La
mancanza di ossigeno provoca reazioni particolari (produzione di glicerina e abbattimento
di acidi), gli acini iniziano a fermentare e da 5 a 20 giorni si svolge la macerazione a
circa 20°/30°; quindi luva macerata viene pigiata normalmente e il mosto avviato
alla fermentazione alcolica. Si ottiene un vino particolarmente fruttato, subito maturo e
pronto per il consumo.
E un vino gradito ai
giovani e alle donne, ed è bene berlo in fretta, entro la primavera; in caso contrario le
sue caratteristiche di freschezza si saranno già attenuate lasciando un prodotto ben poco
gradevole.
di GIOVANNA
CAIANIELLOMERO (CASERTA)
Nellantichità era molto importante il valore attribuito al vino.Quanti
autori fra i più o meno celebri o in un ode o in un carme, ci hanno tramandato
questaffascinante e misteriosa usanza? Le eterie,consorterie maschili con comuni
scopi politici e dotate di un carattere di società segrete,erano molto diffuse come forma
sociale di organizzazione nella Grecia antica. Era qui che Luomo, riunendosi con gli
altri, andava al di là della semplice voglia di bere. Se una amechania spinge
il poeta verso il vino, si tratti del freddo spietato o del caldo ardente o
dellorrore di fronte alla sofferenza,alla vecchiaia o alla morte,ciò esprime
unesigenza più forte dal semplice desiderio di dimenticare banali preoccupazioni.
Il vino è considerato anche un Pharmakon, capace di far dimenticare gli
affanni della vita.Erodoto ci dice: I Persiani ubriachi tenevano consiglio sugli
affari più importanti. Ciò è contestato da Plutarco nelleQuestioni
Simposiali. In origine il Simposio era dedicato esclusivamente agli dei. Nella
tragedia le Baccanti, Euripide mette in scena lonnipotenza di Dionisio,
il dio del vino viene più volte definito come colui che ha fatto dono ai mortali del
rimedio per i loro affanni, delloblio delle loro preoccupazioni, in quel torpore che
prevede la mente dopo una bevuta. Il vino è sentito come un elemento positivo, la cui
azione non si definisce solo attraverso la momentanea soppressione del male e di tutte le
miserie inerenti alla condizione umana; il suo uso è concepito in una prospettiva
religiosa, allo stesso modo di quello dei cereali. LOrigine della vite è estranea
alla condizione umana; secondo la tradizione si trattava di un ceppo caduto dal cielo,o
scoperto da una capra,o ancora messo al mondo da una cagna. NellAttica le feste di
Dionisio erano associate alla vendemmia e tutto fa pensare ad una divinità agreste.
Il vino è un mediatore
della socievolezza, un rivelatore. I poeti lirici spesso sono poeti del vino: Alceo
associa i due termini in una specie di proverbio: Vino e Verità. Teognide è
più esplicito: è col fuoco che gli esperti provano loro e largento;e
il vino che rivelano lanimo delluomo. Ed Eschilo precisa: Il
bronzo è lo specchio di ciò che appare; il vino è lo specchio
dellanima.Quindi il vino ha una valenza positiva: restituisce allanziano
la gioia del vivere lo rende di nuovo socievole. Avvicinandoci alloccidente
ricordiamo, invece, Orazio che è una sorta di Alceo latino, un suo emulo. Egli celebra
ilMERO(cioè il vino puro dei romani che, essendo prodotto con vendemmia molto
tardiva,era così forte che bisognava miscelarlo con lacqua) lo scopo è quello di
unire il sangue dei conviviali. Orazio detesta lo sfarzo come il bere smodato, si appaga
di un modico vinello Sabinooppure del suo Cecubo, bevuto accanto
al fuoco nelle serate invernali, disprezza le ricchezze e le ambizioni per cogliere
lattimo fuggente nelle gioie che esso può offrire, senza curarsi del
domani. Orazio canta le dolcezze del convito letificante, sottolineando la semplicità che
si può godere, senza il bisogno di grandi ricchezze né
di un vino troppo costoso
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