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Una leggenda antica ci racconta che, nei fondali Marini sotto le isole di Procida ed Ischia, riposa un gigante di
proporzioni immense, che si chiama Mimonte.
Ogni volta che si gira nel sonno, l'isola si scuote e trema tutta (Guida
ai misteri e segreti della Campania Sugar editore). Tale leggenda non
rappresentò di certo un pericolo e non impedi' certamente ai ministri di Carlo di Borbone
di espropriare l'isola a Giovan Battista d'Avalos rimasto carico di debiti per farne
un'esclusiva riserva di caccia reale. Il castello feudale fu ristrutturato e si provvide a
ripopolare la fauna locale di fagiani e conigli ed altri esemplari da caccia per
divertimento venatorio del Rè. Agli abitanti del posto furono affidati molti di questi
esemplari perché li curassero e li facessero proliferare ma guai a farne uso personale
per alimentarsi: le pene erano terribili (fino a sette anni di esilio o di galera). Era
severamente proibito tenere cani o gatti per il quale reato erano punibili anche gli
ecclesiastici con due mesi di esilio dall'isola. Sterminati tutti i gatti del paese si
moltiplicarono i topi che oltre a rodere i frutti del terreno misero a repentaglio la vita
dei bambini (Napoli nobilissima, vol. XVII). L'aria saluberrima e l'eccezionale
bellezza del Sito Reale non riuscirono però ad appagare per molti anni le brame di caccia
del Rè che auspicava spazi più larghi per il proprio divertimento sicché l'isola venne
restituita ai procidani più poveri di prima. La loro ricchezza ed il loro nutrimento
furono ricavate dalla terra. Appare curioso ancor oggi che uno che uno dei piatti più
caratteristici sia il pesce fujuto.
Non ealtro che una fresella impregnata da un sughetto realizzato con aglio
soffritto, in olio extravergine di oliva, peperoncino, prezzemolo il tutto allungato con
un mestolo di acqua di mare. Caso mai si volesse dare maggiore importanza, sapore e
consistenza alla preparazione si possono aggiungere uova battute condite con pepe e
leggermente rapprese.
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Procidana" (2003) di AZTech Studio
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