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Il vocabolario amoroso e
quello gastronomico si intrecciano costantemente. La pelle è di pesca, i capelli un campo
di grano, gli occhi a forma di mandorla o color nocciola, la bocca color ciliegia, le
labbra polpose, le forme appetitose. L'ambiguità del linguaggio gastro-amoroso è universale: le
francesi chiamano il loro innamorato "Mon petit Chou". Gli americani usano per
la loro ragazza la parola "Cookie". Gli inglesi definiscono le donne sexy
"Crumpet" (focaccine ben abbrustolite ed unte). Poi c'è la luna di miele. Ma
purtroppo, dopo un po' anche il partner più prelibato sa di minestra riscaldata.
Attraverso il binomio Cucina
- Eros si giunge ai cibi afrodisiaci.
Nella Bibbia si parla dei poteri della radice di mandragola, nella civiltà greca e romana
tutti più grandi poeti di quel periodo cantarono le lodi ora di questo ora di
quell'alimento, ritenuto capace di esaltare le virtù amorose; fu quindi dal nome della
dea dell'amore (Afrodite) venne, appunto, coniato il termine "Afrodisiaco", che
sta ad indicare ogni sostanza capace di eccitare o esaltare lo stimolo e il potere
sessuale.
I Greci consigliavano a tale scopo: cipolle, tartufi, miele, uova, storione,
pesci, crostacei; questi ultimi, perché provenivano dal mare che aveva dato i natali ad
Afrodite. Erano poi decantati alcuni cibi esotici a cui venivano attribuite proprietà
speciali solo per il fatto di provenire da luoghi lontani. Nell'Ars amatoria, Ovidio
esalta ad esempio l'azione afrodisiaca della rugola, "l'afrodisiaca erba
d'eruca", come la chiamava il poeta, la quale cresceva spontanea intorno alle statue
falliche rappresentate nell'antica Grecia, in onore del dio Priapo.
A questi alimenti, i Romani aggiunsero gli organi genitali di alcuni animali:
l'asino, il lupo, il cervo, animali selvatici, ritenuti validi sotto il profilo sessuale.
Nel Medioevo si giura sull'effetto del cervello di piccione. Caterina da
Forlì elogiava l'estratto di verga d'asino essiccata. Gli orientali sono sicuri del corno
di rinoceronte, delle pinne di pescecane, dei testicoli di tigre.
Tutte credulità senza prova
scientifica. I veri afrodisiaci sono il benessere generale creato dal buon cibo e la
fantasia umana stimolata dai sensi. Infatti i proverbi contadini dicono: "Se vuoi
destare l'uccellino, lascia il latte e prendi il vino", oppure: "mangiando e
bevendo l'amore va crescendo". E ancora: "Senza Cerere e Bacco l'amore è debole
e fiacco". Certo è vero che alcuni cibi hanno un'azione stimolante più di altri.
<< In alto a sinistra: "Cupid
and Psyche as Children" noto anche come "The First Kiss"
(1889) di Adolphe William Bouguerau
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