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Zuppa
di soffritto
D’inverno,
sembra incredibile, anche a Napoli fa freddo: e libeccio e tramontana
fanno il naso rosso a chi traversa le piazze, cosi che non resta
che andarsene a mangiare il «soffritto » in una bella
osteria suburbana, verso i Camaldoli
o in una calda trattoria del centro. Il « soffritto »
e una specialità napoletana
che incute soggezione e, talvolta, fa addirittura paura a chi ad essa
s’accosta per la prima volta, magari con divertita irriverenza. Come? In
fondo non si tratta che di corata (di maiale, polmone, fegato, cuore,
milza, esofago, trachea e tutto il resto, tagliata a pezzettini e cotta in
una salsa di pomodoro ottenuta con conserva scura pimenta da
peperoncini rossi e servita bollentissima su fette di pane .
Qualcuno, al quale le fette di pane zuppe di sugo darebbero fastidio, fa
colare il soffritto sui vermicelli.
Ricetta
Tagliate
a piccoli pezzi le interiora di maiale: trachea, polmone, cuore e milza.
Metteteli in acqua fresca che cambierete spesso fino a quando non abbiano
scaricato il sangue. Sgocciolateli e gettateli in una casseruola dove
avete fatto riscaldare l’olio e la sugna. Fateli rosolare e quando
diventeranno leggermente coloriti, aggiungete unpò di vino rosso che
lascerete evaporare, una cucchiaiata di conserva di pomodoro (diluita in
acqua calda) il,concentrato,
alcune foglie di lauro, il rosmarino, pezzi di peperoncino rosso e sale.Lasciate
cuocere a fuoco basso, versando qualche bicchiere di acqua.Servire
la zuppa bollente e piccante su fette di pane casereccio
raffermo.
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